Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Nazionale, i malati di ludopatia in Italia sono 1,3 milioni. Questa cifra, però, non è esatta, poiché, nella realtà, il numero è maggiore. Spesso, infatti, chi è soggetto a quella che è ormai riconosciuta come una vera e propria patologia, non chiede aiuto a causa della vergogna della propria condizione, ma anche perché non ne riconosce i sintomi. Ma cos’è esattamente la ludopatia? Come si può curare? Vediamo di dare delle risposte in merito.
Ludopatia: definizione della patologia
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inserito la ludopatia nell’undicesima revisione della Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD-11), riconoscendo dunque il suo status di patologia. Sostanzialmente per ludopatia si intende una dipendenza da giochi elettronici o d’azzardo. Più nello specifico In Italia è riconosciuta nel manuale diagnostico dei disturbi mentali DSM-IV come «disturbo del controllo degli impulsi». Viene anche definito Gioco d’Azzardo Patologico, o GAP perché il Ministero della Salute sostiene che la ludopatia può spesso nascere nei confronti del gioco d’azzardo.
Il ludopatico presenta sintomi simili all’alcolizzato o al drogato. Come l’alcol e la droga, anche il gioco crea uno stato iniziale di euforia, andando a stimolare le endorfine nel cervello quando si gioca o si ottiene una vincita. Allo stesso modo può causare depressione quando il soggetto non gioca o subisce una perdita. Possiamo quindi affermare che chi soffre di GAP annulla la propria personalità e la propria vita a vantaggio del gioco. Questo significa che il suo problema non è unicamente finanziario, ma va a colpire la sfera degli affetti.
Una distinzione che va fatta per comprendere bene di cosa stiamo parlando è quella legata alla frequenza di gioco. Contrariamente a quando si potrebbe pensare, non è detto che un individuo che giochi tutti i giorni sia un ludopatico. La frequenza non è quindi un fattore discriminante. Lo è però, la modalità di gioco.
Sintomi della ludopatia
Il ludopatico è colui che sente il bisogno di giocare somme di denaro sempre maggiori per raggiungere lo stato di eccitazione desiderato. Questo significa che, nonostante gli sforzi, non riesce a ridurre i propri impulsi ludici. Solitamente questi soggetti diventano irritabili quando li si invita a smettere di giocare e, quando perdono, vogliono continuare a giocare per cercare di rifarsi.
Come gli alcoolizzati e i drogati arrivano a mentire e a rubare per procurarsi i soldi necessari per giocare, mettendo a rischio la propria situazione lavorativa, ma anche affettiva. Non è raro neanche pagare i propri debiti di gioco, chiedendo prestiti e facendo altri debiti.
I soggetti affetti da questo disturbo, infatti, non riescono a resistere all’impulso di giocare e non riescono ad immaginare qualcosa che sia all’infuori del mondo delle scommesse o delle slot.
Essere dipendenti vuol dire non riuscire a razionalizzare le proprie azioni e di conseguenza incolpare chiunque ci sia accanto, senza renderci conto della vera natura del problema.
Come curare una persona affetta da ludopatia
Non esiste una cura univoca per chi soffre di ludopatia. Ogni giocatore è diverso dall’altro. La ludopatia infatti, è soprattutto una malattia a livello psicologico che va curata affidandosi a centri di cura specializzati che potranno fornire il miglior supporto per smettere di giocare.
Sono attive diverse istituzioni a livello nazionale e regionale che prestano aiuto ai soggetti patologici. Per guarire sarà necessario seguire una terapia cognitiva-comportamentale adeguata che faccia comprendere come il gioco debba essere essenzialmente un divertimento. Va bene giocare piccole somme con gli amici, come quando, a Natale, ci si ritrova tutti insieme per divertirsi.
Giocare in modo responsabile significa stabilire un budget realistico da puntare che non vada a intaccare le spese che mensilmente si vanno ad affrontare e non derogare mai da esso. Significa accettare che i soldi persi sono stati semplicemente investiti in un’attività ricreativa. Significa capire quando smettere di giocare. Significa avere il pieno controllo dei propri sentimenti e delle proprie pulsioni. Il gioco deve quindi essere visto come uno svago e non come una scorciatoia per arricchirsi o un rifugio dove nascondersi da situazioni di vita sociale indesiderate.
Solo in questo modo il gioco, sarà veramente tale.