Il Chief Commercial Officer di Play’n GO, Magnus Olsson, ha tenuto un interessante intervento alla conferenza iGaming Next 2023 tenutasi a La Valletta, Malta. Secondo Olsson, infatti, per fidelizzare il giocatore non è necessario proporre slot con un alto RTP, ma è necessario concentrarsi più sui contenuti del gioco. Le parole di Olsson hanno fatto molto scalpore, scatenando una discussione sull’argomento.
Il CCO ha sottolineato che, secondo la sua visione, i meccanismi di gioco e la volatilità sono molto più importanti della RTP nella strategia di fidelizzazione di gioco. Olsson ha anche criticato quelle software house che non basano le proprie strategie di fidelizzazione sulla qualità dei contenuti e sul valore dell’intrattenimento.
L’importanza della qualità
Secondo il Chief Commercial Officer di Play’n GO, Magnus Olsson, la qualità dei giochi deve essere al primo opposto nella strategia di fidelizzazione. Per questo motivo è necessario creare non un gioco che abbia una moltitudine di funzionalità, ma che riesca anzitutto a coinvolgere il giocatore. Per sottolineare il concetto ha fatto l’esempio di Lady of Fortune, slot che la Play’n GO ha lanciato anni fa, ma che ancora oggi riscuote un grande successo tra gli appassionati, nonostante una volatilità media e un guadagno massimo relativamente basso di 500x la puntata.
Questo, secondo Olsson, dimostra che per migliorare il settore del gioco d’azzardo è necessario allontanarsi da prospettive a breve termine (come, ad esempio le ultime versioni di un gioco) e da giochi che puntano solo a spingere i giocatori a rimanere incollati ad essi, senza offrire nulla a livello di esperienza ludica.
Rtp o volatilità?
L’intervento di Olsson ha riaperto il dibattito riguardo l’RTP e la volatilità. Ė meglio una slot con un alto RTP e una bassa volatilità o viceversa? Vediamo anzitutto qual è la differenza tra i due.
Il Return To Player (RTP appunto) misura la frequenza di vincita di una slot. Si tratta di un valore che viene determinato a seguito di migliaia di spin di prova e che, dunque, fornisce una proiezione teorica di quanto il giocatore può aspettarsi in termini di vincite. Un RTP del 96% indica dunque che, in media, ogni 100 gettoni ne tornano indietro 96. La volatilità indica invece una probabilità statistica che si verifichi un evento di vincita. Più alta è la volatilità, più grande è la vincita, ma più difficile è ottenerla. Bassa volatilità significa dunque ottenere in maniera costante delle piccole vincite. Questo significa anche che il rapporto tra RTP e volatilità è inversamente proporzionale, ovvero: più alto è l’RTP di una slot, più bassa è la volatilità.
Per Olsson ciò che conta non è l’RTP, ma la qualità; quindi, tende a dare importanza maggiormente ad una bassa volatilità, poiché permette un maggior coinvolgimento emotivo del giocatore.
In generale, il CCO ha sottolineato come, la prima volta che un giocatore decide di giocare in un casinò online, di fronte a sé deve trovare un prodotto che prima di tutto lo coinvolga non dal punto di vista dei bonus e delle vittorie, ma dell’impianto narrativo. Diversamente la sua sarà solo una visita fugace e potrebbe anche fare una cattiva pubblicità.
Il pensiero di Olsson si basa sulla sua esperienza alla Play’n GO, azienda in continua espansione e con un numero di clienti in aumento. Recentemente ha fatto notizia la partnership tra la software house e la società di giochi statunitense Rush Street Interactive, Inc. per lanciare i suoi giochi sulla piattaforma BetRivers. Grazie a questo accordo, Play’n GO punta ad espandersi ancora più in Nord America, mercato potenzialmente infinito a livello di opportunità.