Un prelievo mirato su operatori online e terrestri per finanziare la ricerca e il trattamento della dipendenza da gioco.
Il Governo britannico ha annunciato di essere al vaglio dell’introduzione di una nuova imposta per le aziende di gioco d’azzardo online e terrestri. L’obiettivo è raccogliere circa 100 milioni di GBP (121,3 milioni di USD) all’anno da destinare alla ricerca, prevenzione e trattamento della dipendenza da gioco.
Il Dipartimento di Cultura, Media e Sport (DCMS) ha evidenziato in una nota che, sebbene esista già un prelievo volontario, alcuni operatori contribuiscono da tempo per alimentare fondi destinati a ricerca, prevenzione e trattamento. “Il Governo è determinato a fissare un tasso dell’1% sul rendimento lordo dei giochi per gli operatori di gioco online, mentre le case da gioco tradizionali e i casinò pagheranno una tassa di circa lo 0,4%“, hanno specificato in una nota diffusa sui media inglese.
Da evidenziare come il governo britannico ha presentato ad aprile del 2023 il piano per combattere la ludopatia e aggiornare la normativa in seguito all’aumento delle scommesse tramite smartphone, app e altre piattaforme online che permettono l’accesso al gioco d’azzardo online.
I fondi derivanti da questo nuova imposta consentiranno nuovi investimenti per il Servizio Nazionale di Salute (NHS) in Inghilterra, Scozia e Galles. A tal proposito, il ministro del Gioco del governo, Stuart Andrew, ha dichiarato: “Le aziende di gioco devono sempre pagare la loro parte in maniera equa, e questo nuovo prelievo regolamentato garantirà che siano obbligate a farlo“.
In risposta, il Betting & Gaming Council (BGC) ha espresso il suo sostegno a questa nuova proposta governativa, ma ha considerato che questo nuovo impatto “dovrebbe essere applicato a tutti gli operatori, compresa la Lotteria Nazionale, senza influire sulle buone cause, che non sono immuni dal fatto che i giocatori problematici giochino con i loro prodotti, come con i gratta e vinci e gli instant games“.
L’organismo ha anche richiesto che la tassa sia applicata su una scala mobile, con contributi percentuali minori da parte degli operatori tradizionali, inclusi i bookmaker indipendenti delle vie principali, che hanno lottato per riprendersi dopo la pandemia e che, secondo il BGC, sopportano costi fissi sproporzionatamente più elevati.