Il gaming design è quella disciplina che progetta e mette insieme tutte le componenti di un gioco in grado di divertire le persone. Spesso, quando si parla di progettazione dei giochi, si tende a sottovalutare questo aspetto. In realtà si tratta dell’architrave sopra cui si fonda il gaming. Se si accomuna la creazione di un gioco a quella di un film, il game designer è il regista del progetto, colui che dirige la creazione del gioco in ogni suo aspetto.
Proprio il gaming design è finito sotto la lente del governo britannico. Sul Libro Bianco appena pubblicato, relativo a modifiche relative al gioco, vi è una parte che riguarda proprio gli interventi su questa disciplina.
Il gaming design responsabile
Recentemente si è parlato spesso di gaming design responsabile, ovvero quella branca del gaming design capace non solo di promuovere il gioco responsabile, ma anche di evitare l’utilizzo delle cosiddette «losses disguised as win» (ovvero, le «perdite mascherate da vincite»). Queste ultime altro non sono che vincite inferiori all’importo scommesso che servono dunque solo ad illudere il giocatore di aver ottenuto una vittoria, quando in realtà sta ancora perdendo. Si tratta di una strategia usata molto dalle case da gioco per spingere il giocatore a continuare a giocare.
Il Libro Bianco recentemente pubblicato dal Dipartimento per il digitale, la cultura, i media e lo sport, dovrebbe contenere diverse riforme riguardo il gaming design. Benché la natura delle proposte avanzate non sia ancora nota, si cominciano a fare le prime ipotesi. Tra queste vi è lo stop ai giri automatici e l’introduzione di un codice di condotta dedicato al design dell’offerta da parte del Betting and Gaming Council.
Lo scopo è quello di evitare che i giocatori finiscano per entrare in un vortice ludico da cui avrebbero difficoltà ad uscire. Il Libro Bianco dovrebbe dunque segnare una nuova tappa in questa battaglia.
Il dibattito sul gioco
In Gran Bretagna il dibattito relativo al gioco ha raggiunto ormai toni aspri. Il rischio è quello di creare una vera e propria caccia alle streghe con conseguenze inattese, come, ad esempio, l’immigrazione verso il mercato illegale.
Il Governo, dunque, si deve muovere su una linea sottilissima: da un lato proteggere il consumatore, dall’altro evitare un numero eccessivo di restrizione che avrebbe un doppio effetto: creare un danno all’industria del gioco, ma anche allontanare i giocatori da zone protette e controllate.
Ad oggi il solo settore delle scommesse supporta 119.000 posti di lavoro e genera 4,5 miliardi di sterline di tasse e contribuisce all’economia con 7,7 miliardi di sterline. Molti operatori temono che, in un contesto sempre più restrittivo, questi numeri siano destinati a calare vistosamente. Del resto, affermano, i tassi di gioco d’azzardo problematico in Gran Bretagna sono allo 0,2%, in calo rispetto allo 0,4 percento dell’anno precedente.
Per questo, pur mettendo la protezione dei consumatori al primo posto, gli operatori del settore chiedono un dialogo costruttivo su tali tematiche. Michael Dugher, Ceo del Betting and Gaming Council, ha recentemente espresso il suo parere favorevole riordino del gioco, a patto che sia dato del tempo per considerare tutti i dettagli e gli impatti delle proposte in essere. Dugher ci ha tenuto anche a precisare che il Bggc ha sempre lavorato a stretto contatto con il Governo per fornire un ampio pacchetto di riforme equilibrate, proporzionate ed efficaci. Il punto focale ha però sottolineato, sarà quello di trovare un giusto equilibrio tra la protezione delle persone vulnerabili e dei giovani e il giusto divertimento da offrire agli appassionati di gioco.
Rimane dunque quest’ultimo il tema caldo di un confronto destinato a durare ancora per diverso tempo.