Come ogni anno, anche per questo 2021 è arrivato il rapporto annuale ISTAT, che fotografa la situazione dell’Italia all’indomani della ripartenza. Ma sempre con un occhio al 2020, anno in cui l’area euro ha visto aumentare le misure di contenimento per l’emergenza sanitaria. Qui le fluttuazioni sono state ampie e frequenti, quasi inusuali rispetto alla normalità, ridisegnata da una pandemia che non accenna affatto a rallentare. Ora, con il predominio della variante Delta, sono attesi nuovi ed importanti sviluppi nei mesi a venire.
A livello congiunturale, dopo la violenta caduta del secondo trimestre dell’anno, vi è stato un immediato recupero. Il risultato però del quarto trimestre dell’anno 2020 è tornato negativo a causa delle restrizioni. Nel 2020 soltanto l’economia italiana ha subito una contrazione dell’8,9%, come non avveniva dai tempi della seconda guerra mondiale. Il Pil così è tornato ai livelli del 1998: non accadeva da vent’anni.
La recessione va attribuita anzitutto alla caduta verticale della domanda intera. I consumi di famiglie e Istituzioni Sociali Privale al loro servizio, e gli investimenti lordi sono diminuiti del 10,7% e del 10,8%. I consumi collettivi invece vedono un leggero aumento, dell’1,6%, unici capaci di attenuare la flessione.
Contrazione importante anche per le esportazioni di beni e servizi, nel complesso al -13,8%. Ridotte anche le importazioni, al -12,6% e la domanda estera netta ha sottratto ulteriori 0,7 punti percentuali al PIL.
Gli investimenti si sono contratti in maniera molto netta e mercata per quel che riguarda mezzi di trasporto, macchine, attrezzature, ma meno sul fronte delle costruzioni e della spesa in prodotti di proprietà intellettuale. Caduta libera per quel che riguarda attività di servizi di alloggio e ristorazione, così come gli affitti turistici: 10,8 miliardi di euro nel complesso per questo settore.
L’impatto sul commercio ha una sua rilevanza specifica: 4,5 miliardi ovverosia circa il 20% dell’effetto totale. Dicasi lo stesso per il comparto cultura e intrattenimento, poco più di 500 milioni. Il settore intrattenimento ingloba ovviamente al suo interno tutte le attività di gioco e sale scommesse.