Il Brasile naviga nelle acque incerte della regolamentazione delle scommesse sportive, con un impatto significativo sull’economia e la pubblicità.
Nel settembre scorso, la Camera dei Deputati brasiliana ha segnato un momento cruciale, approvando un progetto di legge che regola le scommesse a quota fissa nel paese. Questa mossa ha spostato l’attenzione sul Senato, dove il progetto è attualmente in fase di revisione.
Una preoccupazione predominante nel testo legislativo riguarda la distribuzione dei ricavi derivanti dalle scommesse sportive, in particolare le tasse. Si prevede una raccolta che potrebbe raggiungere i 12 miliardi di reais (circa 2,255 miliardi di euro), una somma considerevole che beneficerà vari settori economici.
La proposta legislativa mira a chiarire parte dell’ambiguità presente da quando, nel 2019, è stato approvato un decreto che autorizzava le scommesse a quota fissa, ma senza fornire una regolamentazione adeguata. Il nuovo decreto introduce requisiti chiari, come la necessità di autorizzazione per operare in Brasile, l’istituzione di una sede locale, il pagamento di una tassa di 30 milioni di BRL, e l’implementazione di misure per la prevenzione del riciclaggio di denaro e della dipendenza da gioco. Tuttavia, molte decisioni cruciali sono delegate al Ministero delle Finanze, compito che include la strutturazione del processo di controllo delle case da gioco e la loro effettiva regolamentazione. Anche dopo l’approvazione del progetto di legge, ci sarà un periodo di transizione prima che le nuove norme diventino operative.
Per quanto riguarda la pubblicità delle scommesse sportive, il progetto di legge la permette con poche restrizioni, ad eccezione di una limitazione sugli orari in cui può essere trasmessa. Dettagli specifici, come l’elaborazione di avvisi per scoraggiare il gioco d’azzardo, evidenziando i suoi danni, sono lasciati alla discrezione del Ministero delle Finanze, anche se questi temi potrebbero essere più efficacemente gestiti dal Ministero della Salute.
Sorprendentemente, la proposta proibisce alle aziende di scommesse sportive di acquistare o licenziare diritti di trasmissione sportiva. Questa mossa differisce significativamente da alcune politiche europee, come quella italiana, che ha bandito completamente la pubblicità delle scommesse, e la Premier League, che vieterà gli sponsor a partire dalla stagione 2026/27.
Una questione rimane in sospeso: con la limitazione degli orari pubblicitari, quali saranno le ripercussioni sui club di calcio e sulle leghe locali? Se prendiamo in considerazione gli spot legati a sigarette o alcolici, che hanno restrizioni di orario, l’impatto potrebbe essere notevole.
Nel contesto attuale, le case di scommesse utilizzano le maglie dei club e gli spazi pubblicitari negli stadi come principali strumenti di marketing. Con l’arrivo previsto di grandi operatori internazionali nel mercato brasiliano, questi spazi sono ancora più ambiti. Gli operatori internazionali, abituati a processi di controllo ben strutturati, stanno ancora esaminando il mercato brasiliano con cautela, ma alcuni hanno già iniziato a fare le loro prime mosse per entrare nel gigante del Sudamerica.
Resta da vedere se ci sarà un controllo efficace, ad esempio proibendo la pubblicità prima delle 22:00. Una misura del genere potrebbe raffreddare il mercato, ma allo stesso tempo stabilirebbe un livello di controllo responsabile su un’industria che finora ha operato in un limbo regolamentare.
