Il 1° ottobre 2021 il gioco d’azzardo online è stato legalizzato in Olanda. In questo modo, si è data la possibilità di piazzare scommesse e giocare sui casinò online alla popolazione, una svolta molto importante in un lungo processo durato quasi un decennio.
Già dal 2012 era, infatti, stata istituita la Kansspelautoriteit, ma si è arrivati a febbraio 2019 per vedere approvata la legge sul gioco a distanza. Ma l’iter non è finito lì: solo a inizio aprile 2021 è entrata in vigore la normativa e l’apertura è poi intervenuta solo a ottobre di quello stesso anno.
D’altronde, il precedente periodo di proibizionismo rischiava di creare molti danni dal punto di vista economico e sociale, vista l’impossibilità di controllare i flussi di gioco e di proteggere i giocatori da siti illegali che promettevano vincite cospicue, senza però garantire la protezione dei dati e la certezza di poter ritirare le somme vinte dagli utenti.
Il periodo di legalizzazione è iniziato con l’apertura a 10 operatori che hanno ottenuto la licenza di gioco, mentre nei mesi successivi se ne sono aggiunti altrettanti.
Ed è quindi un anno dopo l’effettiva apertura del mercato dei casino online che la Netherlands Gaming Authority ha pubblicato il suo rapporto di monitoraggio sui giochi d’azzardo a distanza fino all’autunno 2022.
I dati sul gioco online olandese del primo anno
Secondo il rapporto della Netherlands Gaming Authority, attualmente nei Paesi Bassi sono presenti 1,3 milioni di account di giocatori; per avere un’idea più precisa e fare un confronto con l’Italia, qui i conti di gioco aperti sono 3,1 milioni.
Inoltre, 23.000 persone sono iscritte al Cruks, ovvero il sistema di autoesclusione creato dal KOA, che aiuta a prevenire e combattere il gioco compulsivo e le ludopatie.
Il suo funzionamento è semplice. Un utente iscritto può scegliere una finestra temporale entro la quale gli sarà vietato l’accesso alle piattaforme online. Incombe poi sui siti di scommesse la verifica tesa ad accertare se gli utenti iscritti alle loro piattaforme siano registrati anche al Cruks. Altresì, gli operatori sono tenuti a verificare sul registro di autoesclusione la presenza degli utenti anche per escluderli anche da piattaforme terze per un periodo minimo di sei mesi.
Come dicevamo, dopo l’avvio con dieci operatori, gli stessi sono poi raddoppiati in corso d’opera: attualmente sono 22 i siti online che possono operare in Olanda.
Le licenze conseguibili sono diverse. Ė possibile ottenere una licenza per quattro tipi di giochi d’azzardo online: giochi di casinò, scommesse sportive, scommesse ippiche e giochi da casinò contro altri giocatori. Ovviamente, un singolo operatore può avere anche più di una licenza.
Il risultato lordo mensile di gioco constatato nel primo anno si è dimostrato piuttosto stabile, con una media di 81,4 milioni di euro al mese.
Va detto che nell’ultimo trimestre del 2021 il risultato lordo è stato di 185,5 milioni di euro e che è aumentato a 239 milioni di euro nel primo trimestre del 2022. Da aprile a giugno, invece, l’aumento è stato di soli 6 milioni, con un risultato lordo di 245 milioni.
Per quel che riguarda le abitudini di gioco, i giochi da casinò – come roulette e blackjack – rappresentano il 73% della dimensione totale del mercato, in linea con quanto avviene nel resto d’Europa.
La previsione è però quella di una crescita, tanto in questo settore quanto in quello delle scommesse sportive online, soprattutto in vista dei prossimi mondiali di calcio.
Il valore dei giochi di casinò online in cui i giocatori giocano l’uno contro l’altro – come bingo e poker online – raccolgono circa 3 milioni di euro al mese, mentre le scommesse ippiche solo 1250.000/200.000 euro, pari a meno dello 0,2% del totale.
Le sfide future
René Jansen, direttore dell’autorità di regolamentazione per il gioco d’azzardo in Olanda (KSA) ha parlato delle sfide future che attendono il gioco d’azzardo nel suo Paese, ponendo l’attenzione su tre fattori.
Il primo è la battaglia al gioco illegale. Per combatterlo, è stato conferito al KSA il potere di emettere una direttiva vincolante nei confronti dei fornitori di servizi di pagamento, di servizi Internet e degli inserzionisti. Lo scopo è quello di proibire loro di fornire le proprie agevolazioni agli operatori di gioco illegale, in modo da rendere il gioco più sicuro ed evitare eventuali ludopatie e dipendenze dei giocatori.
Il secondo punto è inerente alla pubblicità del gioco d’azzardo. Seppure non proibita, esistono dei limiti da rispettare: fasce orarie, la necessità che la sponsorizzazione non sia fuorviante e non sia diretta a determinati gruppi e che non incoraggi comportamenti eccessivi.
A questo scopo, da fine giugno 2022 è stata, ad esempio, vietata la pubblicità tramite testimonial celebri. Inoltre, è al vaglio una proposta per l’introduzione del divieto di pubblicità non mirata.
Infine, bisognerà responsabilizzare gli operatori, imponendo un dovere di diligenza. Questo è, secondo Jansen, il punto focale in Olanda al momento attuale. Occorre dunque un’educazione degli operatori, affinché controllino in modo più puntuale i propri clienti, evitando puntate ed esborsi eccessivi ed incontrollati.
Da questo punto di vista, Jansen ha anche citato il modello tedesco, che ha appunto fissato un limite di 1.000 euro, applicato a tutti i titolari di licenza.
In Olanda scommesse anche fra giocatori professionisti
Quello del gioco problematico è, effettivamente, uno dei temi che l’Olanda dovrà affrontare con più decisione. Recentemente, ha fatto scalpore un’inchiesta tra i calciatori dell’Eredivisie, pubblicata dal quotidiano ad.nl, che ha rivelato che più della metà dei giocatori intervistati scommette saltuariamente sulle partite anche del proprio campionato.
Inoltre, tra i giocatori professionisti olandesi, l’11% a volte scommette su partite della propria competizione.
Va ricordato che, per legge, i calciatori non possono scommettere. Secondo il VVCS (l’associazione calciatori olandese), la scommessa media dei giocatori è inferiore a 100 euro al mese, tuttavia due professionisti hanno ammesso di aver sperimentato il proprio comportamento come “probabilmente problematico”.
Occorreranno dunque normative che spingano gli operatori a prendere maggiormente sul serio il proprio ruolo in termini di guardiani della sicurezza, che al momento sembra essere stato preso troppo alla leggera.