La legislazione europea legata al gioco d’azzardo è complessa e articolata. Al momento manca una normativa unica che metta d’accordo tutti, dunque, ogni Paese affronta in maniera autonoma la materia. Ciò ha fatto sì che si creassero due fazioni riguardo tale tematica: i proibizionisti e i pragmatici.
Nel primo gruppo rientrano paesi come Italia e Belgio. Si tratta di stati che hanno deciso di dare un giro di vite al gioco d’azzardo, dando il via ad una «caccia alle streghe» contro questo settore e mettendo in ginocchio gli operatori. Diverso l’approccio di stati come Olanda e Inghilterra che hanno affrontato la materia in modo più utilitaristico, capendo le potenzialità e le criticità del settore e emanando leggi ad hoc che ne delimitassero il raggio d’azione, senza però affossare l’industria.
I casi Italia e Belgio
L’Italia è stato uno dei primi Paesi a considerare il gioco d’azzardo come una piaga da debellare. Il Decreto Dignità del 2018 ha vietato «qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro nonché al gioco d’azzardo, comunque effettuata e su qualunque mezzo». Si è trattata di una mazzata al settore che ha causato danni anche ad altre categorie come le società di calcio, impossibilitate a sfruttare le sponsorizzazioni delle aziende di gambling.
L’esempio restrittivo italiano è stato seguito dal Belgio. Qui, infatti è stato posto il divieto assoluto ad ogni forma di pubblicità di scommesse e giochi, comprese le sponsorizzazioni sportive. La riforma ha scatenato un accesso dibattito, con le società sportive che hanno criticato tale divieto, inutilmente. Il ministro della Giustizia belga, Van Quickenborne nell’introdurre la nuova legge ha posto il dito sulla necessità di porre fine alla «normalizzazione e banalizzazione del gioco d’azzardo» attraverso la pubblicità. C’è però un aspetto che differenzia il caso belga da quello italiano. In Belgio è stato, infatti, concesso un periodo di assestamento, per dare modo a tutti di prendere coscienza con la nuova legge. Per il settore sportivo è dunque previsto un periodo di transizione in modo che possa adattarsi alla nuova realtà.
La pubblicità sportiva negli stadi sarà quindi vietata a partire dal 1° gennaio 2025, mentre gli operatori di gioco d’azzardo non potranno sponsorizzare squadre sportive dal 1° gennaio 2028.
I casi Olanda e Inghilterra
La situazione in Olanda e Inghilterra è molto diversa rispetto a quelle illustrate sopra. Nel paese dei Tulipani sono state delineate modifiche molto più morbide. Nello specifico è stato posto il divieto di pubblicità su Tv, radio e su giornali e riviste, oltre alla pubblicità negli “spazi pubblici” e negli edifici accessibili al pubblico, compresi casinò da gioco, sale giochi per slot machine, cinema e caffè.
La grande differenza con i vicini belgi sta nel fatto che la pubblicità è consentita online. Ciò significa che, è legale promuoversi tramite Tv on demand e social media, anche se a «condizioni rigorose». La KSA (ovvero l’autorità olandese per il gioco d’azzardo) ha infatti specificato che lo scopo della riforma è proteggere i gruppi vulnerabili, compresi i giovani adulti, dalla dipendenza dal gioco.
Anche in Inghilterra la situazione è molto diversa. Qui, il Department for Digital, culture, media & sport del governo del Regno unito ha recentemente pubblicato il Libro bianco, ovvero il programma di revisione del Gambling Act del 2005 che regolamenta il gioco pubblico nel Regno unito. Tra le proposte di revisione vi sono spunti molto interessanti. Infatti, leggendo il documento lsi evince che o scopo primario sia quello di proteggere le fasce più deboli. Sono infatti inserite imitazioni per i giocatori under 25 sulle slot online e la proposta di controlli non invasivi sulle finanze dei giocatori d’azzardo online. Quest’ultima parte conferma la posizione del governo sui cosiddetti “controlli di accessibilità” che sono stati un punto centrale del dibattito sul libro bianco. Lo scopo è ancora una volta proteggere i giocatori più a rischio.
Come si vede, dunque, ci sono due approcci molto differenti in Europa riguardo il gioco d’azzardo. Se ne evince che è sempre più necessario una riforma europea a riguardo per evitare il paradosso che ciò che è considerato legale in uno Stato, sia illegale in un altro.