L’America Latina è considerata la nuova Eldorado del gioco d’azzardo, in particolar modo del settore online. Il primo Paese ad aprire al gioco online è stato la Colombia nel 2016. In seguito, anche altri Paesi sudamericani hanno deciso di puntare su questo settore. Ad oggi il principale problema che blocca la definitiva esploso del gambling online nel LATAM è la mancanza di leggi ad hoc in diversi Paesi.
Tuttavia, diversi governi si stanno adoperando per mettere nero su bianco delle leggi ad hoc che permettano di combattere il gioco illegale e assicurare alle casse statali dei gettiti finanziari di cui si sente un gran bisogno.
Il caso Colombia
La Colombia come detto, è stato il primo Stato sudamericano ad aprire le porte al gioco online e, ancora oggi, risulta uno degli Paesi che ha tratto maggiori benefici dalla scelta.
La prima licenza di gioco fu concessa a Wplay e permise allo Stato di raccogliere più di 8 miliardi di pesos (circa 2,5 milioni di euro) nel primo anno di attività dal rilascio delle autorizzazioni. Questa mossa aprì anche ad un giro di vite per quel che riguarda il gioco illegale. Nei primi giorni dall’entrata in vigore della normativa vennero oscurati centinaia di siti che operavano senza autorizzazione. Attualmente, Betplay è il principale competitor di mercato con il 45.3% contro il 38,4% di Wplay e il 5,5% di Rushbet. Secondo gli ultimi dati a disposizione i valori delle vendite di giochi gestiti online in Colombia sono cresciuti del 93% tra il 2021 e il 2020 e del 234% tra il 2020 e il 2019. Questo dimostra come il settore sia in netta crescita.
La situazione in Brasile e Argentina
Altri due colossi sudamericani, Brasile e Argentina, hanno deciso di aprire le porte al gioco d’azzardo online, ma hanno adottato due strategie differenti in materia di regolamentazione.
In Brasile, il presidente Lula ha dato vita alla misura provvisoria che dà attuazione alla Legge numero 13.756 del 2018 che necessitava di un regolamento. La normativa prevede l’approvazione di diversi emendamenti, il primo dei quali riguarda il ritocco verso l’alto dell’aliquota fiscale (fissata al 18%), ma anche delle restrizioni per quanto riguarda il marketing e la comunicazione da parte dei bookmakers.
La nuova legge prevede anche l’istituzione, da parte del Ministero delle Finanze, di un Segretariato Nazionale per i giochi e le scommesse (SNJA). Questo organo avvierà la regolamentazione per le procedure di assegnazione delle licenze. Ad oggi le norme riguardano solo le scommesse, ma si prevede che potrebbe spingere per la parallela legalizzazione del gioco del poker che porterebbe benefici soprattutto al Governo e al fisco federale. Nessuna speranza, al momento, vi sono per i giochi da casinò come slot, blackjack e roulette che vengono considerati ancora illegali.
Per quel che riguarda l’Argentina, qui la situazione è differente. Ad oggi manca una regolamentazione uniforme e coerente in tutto il paese. Attualmente, le norme sul gioco d’azzardo sono unicamente di natura provinciale, con tutto ciò che comporta in materia di confusione e disuguaglianza nel mercato Il vuoto normativo crea anche una proliferazione del gioco d’azzardo illegale con conseguente perdita economica per le casse dello Stato e problematiche per protezione dei giocatori d’azzardo,
Buenos Aires dunque deve trovare la propria dimensione mediante strategie efficaci per combattere e scoraggiare il gioco d’azzardo illegale in tutte le sue forme e promuovere il gioco responsabile.
A questo riguardo, fondamentale diventa il ruolo dei regolatori provinciali. Infatti, nel paese sudamericano, ogni provincia ha il proprio organismo di responsabile della concessione di licenze, della definizione di politiche e regolamenti e della supervisione delle attività degli operatori di gioco d’azzardo nel proprio territorio. Serve dunque un dialogo serrato tra i vari attori per evitare conflitti normativi e promuovere le migliori pratiche in termini di regolamentazione, attenti alle nuove tendenze e agli sviluppi del settore.
Quello argentino è un mercato che, grazie ai tassi di cambio favorevole, se ben sfruttato, potrebbe rendere molto, favorendo gli investimenti esteri. Va, però, trovato il giusto equilibrio legislativo. Le elezioni presidenziali di novembre in tal senso, potrebbero risultare decisive, dando ulteriore impulso alla questione.